IRPEF 2022

L’IRPEF, o Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, è un’imposta che viene pagata dai contribuenti e in alcuni casi anche dalle società ed è stata introdotta con la riforma tributaria del 1974.

L’IRPEF è un’imposta progressiva, personale e diretta che interessa un gruppo di soggetti produttori di reddito. L’Irpef è una imposta che coinvolge lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti e pensionati. I pensionati invece perfezionano il versamento mediante l’assegno pensionistico mensilmente corrisposto. I lavoratori autonomi, infine, la pagano al momento della dichiarazione dei redditi.

È un’imposta progressiva, in quanto colpisce il reddito con aliquote che dipendono dagli scaglioni di reddito, ed è di carattere personale, essendo dovuta, per i soggetti residenti sul territorio dello Stato, per tutti i redditi posseduti, anche se prodotti all’estero.

Fino al 31 dicembre 2021 l’IRPEF prevedeva 5 scaglioni di reddito e a ognuno viene applicata un’aliquota di tassazione che aumenta con l’incrementarsi del reddito come di seguito riportato:

1) da 0 a 15.000,00 euro: 23%;
2) da 15.00,01 a 28.000,00 euro: 27%;
3) da 28.000,01 a 55.000,00 euro: 38%;
4) da 55.000,01 a 75.000,00 euro: 41%;
5) da 75.00,01 in poi: 43
%.

L’intervento di modifica dell’Irpef inserito nella legge di bilancio per il 2022 (articolo 1, commi 2 – 3, della legge 30 dicembre 2021 n° 234) consiste in un’ampia revisione dell’imposta che tocca sia le aliquote marginali legali sia gli scaglioni, nonché le detrazioni per tipo di reddito. L’intenzione del Legislatore è quella di comprimere gli scaglioni e ridurre le aliquote degli scaglioni medio-bassi e infatti ha previsto un’imposta su 4 aliquote ( e quindi 4 scaglioni ) come di seguito riportato:

1) da 0 a 15.000,00 euro: 23%;
2) da 15.00,01 a 28.000,00 euro: 25%;
3) da 28.000,01 a 50.000,00 euro: 35%;
4) da 50.000,01 euro in poi: 43%

L’aliquota del 41% è stata cancellata e si è intervenuto sulle due centrali, abbassandole dal 27 al 25% e dal 38 al 35%.

Introdotto dalla Legge di Stabilità nel 2015, l’ex bonus Renzi, diventato trattamento integrativo per il taglio al cuneo fiscale da metà 2020, sarà assorbito dalle nuove e più corpose detrazioni IRPEF sui redditi da lavoro. Prevedeva inizialmente un contributo economico di 80 euro per i lavoratori dipendenti salito negli anni successivi a 100 euro Nelle buste paga dei lavoratori dipendenti debuttano le nuove detrazioni. Il credito IRPEF continuerà ad essere riconosciuto in caso di reddito non superiore a 15.000 euro e, solo a specifiche condizioni, fino a 28.000 euro.

Il passaggio a quattro aliquote IRPEF dal 2022 porterà a un risparmio sulle tasse per le partite IVA secondo lo schema di seguito:

  • 62 euro annui per i redditi fino a 15.000 euro;
  • 142 euro annui per i redditi fino a 25.000 euro;
  • 371 euro per i redditi fino a 35.000 euro.

I redditi esenti, che non sono sottoposti all’IRPEF, sono:

  • i redditi dei pensionati che non superano i 7.500 euro annui. Se il pensionato è over 75, il limite per l’esenzione sale a 8.000 euro annui (  ma solo se non si hanno altri redditi al di fuori della pensione);
  • i redditi da fabbricati che fruttano fino a 500 euro annui;
  • i redditi da terreni che fruttano fino a 185,92 euro;
  • I redditi da lavoro dipendente, se non superano gli 8.000 euro annui;
  • Per i redditi da lavoro autonomo, se non superano i 4.800 euro annui.

Calcolare l’IRPEF non è semplice ma è necessario calcolarla secondo precisi criteri e calcoli, che potremmo distinguere  molto semplicemente tra calcolo per cassa  o competenza esempio lavoratore dipendente che percepisce lo stipendio rientra nel criterio di calcolo per competenza mentre il lavoratore autonomo rientra nel criterio di calcolo di cassa, infatti ai lavoratori dipendenti l’IRPEF viene detratta direttamente nella busta paga, mentre i lavoratori autonomi la pagano mediante consulto con il loro commercialista tramite un sistema di saldo e acconto.